Christopher Kent Mineman - Didattica in rete

Che cos'è un problema? Non ci si sofferma mai sul precedente quesito, non tanto per mancanza di curiosità, quanto per la constatazione che è almeno ambiguo quanto sotteso da questo termine.
Hanno definito:

LAROUSSE =>> Un Problema è una ricerca che bisogna eseguire con procedimenti scientifici.

DEVOTO =>> Un problema è un quesito che attende una risposta.

JOHNSON =>> Un problema nasce se un soggetto ha degli stimoli che lo spingono verso una meta e se è fallito un primo tentativo per raggiungerla.

Sono tre definizioni legati a diversi modi di interpretare quanto proposto.
Ognuno può interpretare il quesito in modo diverso, qualora siano differenti le basi culturali, il modo di concepire l'esistenza e il mondo che ci circonda. Nel proseguo parleremo di problemi nell'accezione scientifica induttiva, quale generalizzazione di quanto intuito in casi particolari, anche se quando possibile sfruttando la logica matematica e il metodo deduttivo. Quando un problema è ben formulato?
E' evidente che non ha alcun senso cercare di determinare quanti angeli possono stare sulla cruna di un ago, o voler dimostrare cose assurde, anche se in alcuni casi, in perfetta buona fede, siamo portati a cercare di dimostrare ciò che a livello teorico pensiamo possa essere, senza effettuare in modo corretto l'analisi preliminare che ne dimostrerebbe invece la non esistenza.

Il problema deve essere riformulato in modo da contenere solo le informazioni essenziali, onde semplificarne la risoluzione. Giunti alla soluzione dobbiamo avere un criterio di verifica con cui testare quanto ottenuto e provarne la correttezza.
1° -> non deve essere evidente a priori che sia irrisolvibile.
2° -> deve essere possibile determinare un criterio di verifica univoco e applicabile.
3° -> devono essere state assegnate tutte le informazioni essenziali.
4° -> deve essere risolvibile utilizzando unicamente gli strumenti esecutivi proprie del risolutore.

Come risolvere un problema.

Avendo presenti gli strumenti messi a disposizione, provare a elencare i passi da effettuare per conseguire il risultato richiesto. è' evidente che si devono sfruttare, non appena possibile, i procedimenti sviluppati in tempi precedenti.
E' utile in molti casi partire da un caso banale per giungere a quello richiesto.
Immaginare come verranno eseguite le istruzioni impartite, ricordando che un computer può essere visto come un automa a stati finiti, a cui si chiede di operare per giungere in un numero finito di passaggi all'esito imposto dalla traccia.

Spesso partendo da un caso specifico siamo portati a pensare:
- Quanto dedotto per il presente caso non sarebbe generalizzabile?-
In questi momenti ci domandiamo se ciò che abbiamo dimostrato non poterebbe essere un caso particolare di una verità più universale.
È il tipo di attività svolta da tutti gli speculatori siano essi filosofi, chimici, fisici, economisti.... e che li porta ad enunciare o ipotesi o leggi a cui troppo spesso assegnano valore di verità a prescindere dalle verifiche sperimentali delle stesse.
È l'intuizione che ci porta a formulare un quesito a cui si vorrebbe dare una risposta ed utilizzando il principio filosofico che sta a monte del metodo scientifico siamo spinti a ricercare verità di valenza generale partendo da quanto verificato in un caso particolare.
Per conseguire questo risultato utilizziamo metodi sviluppati dagli sperimentatori e siamo portati pertanto a riformulare l'enunciato del problema in modo da evitare interpretazioni ambigue e da permettere l'eliminazione dei dati superflui.
È importante enunciare quali sono i reali obiettivi che si vogliono raggiungere ed evidenziare gli eventuali dati impliciti prima di ricercare la soluzione.

Quando nasce un problema?

Spesso partendo da un caso specifico siamo portati a pensare:
Quanto dedotto per il presente caso non sarebbe generalizzabile?

In questi momenti ci domandiamo se ciò che abbiamo dimostrato non poterebbe essere un caso particolare di una verità più universale.
È il tipo di attività svolta da tutti gli speculatori siano essi filosofi induttivi, chimici, fisici, economisti.... e che li porta ad enunciare o ipotesi o leggi a cui troppo spesso assegnano valore di verità a prescindere dalle verifiche sperimentali delle stesse.
È l'intuizione che ci porta a formulare un quesito a cui si vorrebbe dare una risposta ed utilizzando il principio filosofico che sta a monte del metodo scientifico siamo spinti a ricercare verità di valenza generale partendo da quanto verificato in un caso particolare.
Per conseguire questo risultato utilizziamo metodi sviluppati dagli sperimentatori e siamo portati pertanto a riformulare l'enunciato del problema in modo da evitare interpretazioni ambigue e da permettere l'eliminazione dei dati superflui.
È importante enunciare quali sono i reali obiettivi che si vogliono raggiungere ed evidenziare gli eventuali dati impliciti prima di ricercare la soluzione.