Osservando il passaggio di un raggio luminoso attraverso due o più mezzi materiali diversi osserviamo che il raggio luminoso modifica la sua direzione e nei mezzi otticamente più densi tende ad avvicinarsi alla retta normale alla superficie di separazione dei mezzi nel punto di intersezione. Si è verificato sperimentalmente che nel mezzo otticamente più denso la luce si propaga più lentamente. Detto i l'angolo di incidenza ed r l'angolo di rifrazione si ricava sperimentalmente che:
dove v sono le velocità con cui la luce si propaga nei due mezzi: v1 nel primo mezzo e v2 nel secondo mezzo. |
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Velocità
di propagazione della luce nei vari mezzi materiali (m/sec) essendo la
velocità nel vuoto
c=299.792.456 m/sec
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Queste due osservazionici portano a confutare l'ipotesi corpuscolare. Infatti se la luce si propagasse nello spazio come un fotone, dovrebbe modificare la sua quantità di moto e pertanto anche la sua velocità, ma non tutte le componenti, solo la componente normale alla superficie di separazione tra i due mezzi. Se la luce viaggia più lentamente non modificandosi la componente orizzontale, ma unicamente quella verticale.
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La rifrazione viene spiegata correttamente solo se consideriamo la luce essere costituita da onde elettromagnetiche, onde trasversali che si propagano perpendicolarmente al piano contenente le componenti elettriche e magnetiche.
Assocciando alla luce il modello ondulatorio (vedi ondoscopio) si ricava che la rifrazione tende ad allineare il fronte d'onda alla superficie di rifrazione e pertanto la normale al fronte d'onda (associato al raggio luminoso rifratto) tende ad allinearsi con la normale alla superficie di separazione.