Alcuni raggi cosmici provenienti dal sole interagiscono ad una quota dei circa 60 Km con gli atomi di ossigeno (ossia con i loro elettroni) dando origine a leptoni chiamati muoni o impropriamente mesoni μ.
Queste particelle prodotte in laboratorio hano una vita media di circa 1,5 microsecondi. Saperndo, riprendendo i dati rilevati da palloni sonda, che circa un ottavo dei muoni raggiungono il suolo (nell'ipotesi che il moto sia rettilineo e uniforme e diretto verso il centro della terra), determinare la velocità con cui si muovono verso il suolo.
Essendo deduciamo che la popolazione di queste particelle si dimezza ogni 20 km.
Nel sistema di riferimento associato al muone gli eventi nascita e morte avvengono sempre nello stesso posto e quindi la distanza spaziale tra gli eventi vale zero. 1,5 microsecondi corrispondono a circa 1,5 10-6 x 299792458 metri di tempo ossia 4497 m di tempo.
Nel sistema di riferimento terrestre abbiamo che la distanza spaziale tra i due eventi è di 20000 m.
Calcoliamo gli intervalli:
Questo implica che apparentemente la vita media del muone si è incrementato di circa 40 volte.
Per determinare la velocità sappiamo che per determinare il coefficiente di c è sufficiente calcolare il rapporto tra l'intervallo spaziale (20000) e quello temporale (20499,34).
Fatti i calcoli ricaviamo che questa particella si muove ad una velocità pari a circa 0,975 c
Questa è stata la prima verifica sperimentale della dilatazione dei tempi.
Questo risultato ci lascia interdetti, se pensiamo che la dilatazione temporale è solo ciò che ci appare esserci quando due osservatori uno privileggiato e l'altro no analizzano il manifestarsi di un evento associato ad un inizio e ad una fine che avvengono per il primo nello stesso punto e per il secondo in punti diversi.
Quanto ricavato ha una sua validità oggettiva se prendiamo in considerazione la relatività generale e il discorso per il quale la dilatazione dei tempi si osserva realmente per gli oggetti accelerati (nel nostro caso dal campo gravitazionale terrestre).