Christopher Kent Mineman - Didattica in rete

Effetto Compton

Arthur Compton, nel 1922, mise in luce il problema del cambiamento della lunghezza d'onda di una radiazione monocromatica, ad esempio un fascio di raggi X, in seguito all'attraversamento di una sottile lamina, per esempio di grafite.

Questa situazione sperimentale andava a scontrarsi con la teoria della fisica classica secondo la quale ogni volta che una radiazione elettromagnetica interagisce con una particella carica la radiazione diffusa, qualunque sia la direzone, deve avere la stessa frequenza (e quindi la stesa lunghezza d'onda) della radiazione incidente.

Compton, dato che la lunghezza d'onda della radiazione diffusa dalla lamina risultava essere maggiore di quella della radiazione incidente (e quindi si era verificata una diminuzione della frequenza), ipotizzò che la parte dell'energia persa dalla radiazione fosse stata trasmessa agli elettroni più' esterni della lamina, permettendo ad essi di "sganciarsi" dalla grafite.

Il collegamento con la teoria dei quanti consiste nel fatto che lo sganciamento degli elettroni atomici richiede un ben determinata quantità di energia (un multiplo del quanto elementare) e quindi si spiega come il fotone, se ha una frequenza abbastanza elevata, può "sganciare" l'elettrone e mantenere una parte dell'energia, inferiore a prima dell'iterazione, che è verificabile per il fatto che ha una minore lunghezza d'onda.
In particolare, se indichiamo con φ l'angolo di diffusione del fotone dopo l'urto con l'elettrone e con Δ λla differenza tra la lunghezza d'onda del fotone prima e dopo l'urto sappiamo che:

Dimostrazione Classica Dimostrazione Relativistica

dove c è la velocità della luce (circa 300 000 000m/s), h è la costante di Plank (6,626 x 10-34 Js) e m0 è la massa dell'elettrone a riposo (9,108 x 10-31 Kg).

Con questo esperimento si evidenzia che la luce quando interagisce con un elettrone si comporta come un oggetto quantizzato "un fotone" che possiede energia e quantità di moto.

La quantità di moto p= h/λ si conserva durante l'urto e pertanto c'è una quantità di moto scambiata durante l'iterazione elettrone - luce.

Consultare:Applet Compton